L’apparato digerente non va mai in vacanza?

Come avete passato questa prima tranche di pranzi e cene natalizie?

Spesso mi capita di sentire da miei conoscenti o da persone per strada fare commenti del tipo: “Se esco vivo dal tour de force dei pranzi e cene natalizie….”, “Ci siamo mangiati l’impossibile….”, “Non riuscivo ad alzarmi da tavola da quanto ero pieno…”, “Dopo mangiato non riuscivo a fare altro se non andare a dormire…”

Insomma, molti attendono con trepidazione le vacanze invernali per staccare dal tran tran lavorativo e riposare, ma di fatto una parte di loro, oltre a non conoscere vacanza, è sottoposta ai “lavori forzati”: l’apparato digerente!

E per compensare a questi “tour de force”, poi si incontrano per strada o in palestra persone che corrono ostinatamente per smaltire le calorie in eccesso e per, penso io, ripulire la coscienza. Se da un lato questo può aiutare l’organismo “scaricare” zavorre e tossine portate al suo interno con quello che si è mangiato e bevuto, dall’altro lo si sottopone ad altro stress che non giova alla sua salute.

Con questo post non voglio fare alcuna paternale, ma solamente fornire uno spunto di riflessione che anticipi le ripercussioni conseguenti ai pranzi e cene di Natale e Capodanno: ci sono concrete possibilità di goderseli senza sentirsi appesantiti e poi dover ricorrere a faticose pratiche di smaltimento che incidono sul riposo di cui l’organismo ha bisogno, oltre a rappresentare un agire sugli effetti e non sulle cause del problema: la mancanza di controllo sui “piaceri del palato“. E al momento di tornare al lavoro, per molti il senso di stanchezza sarà maggiore rispetto a prima delle vacanze.

Ciò accade perché il processo digestivo impegna notevoli risorse energetiche per compiersi e una cosa a cui si deve prestare attenzione è se il bilancio tra l’energia che ricaverò da quello che mangio sarà maggiore di quella che spenderò per digerire ciò che mangio. Sì perché se, per esempio, mangio qualcosa che potenzialmente può darmi un indotto di 1000 unità di energia, ma per estrarre queste unità devo spenderne 1500 per la digestione degli alimenti ingeriti, alla fine il bilancio non sarà in attivo ma in passivo di 500 unità. Se poi per smaltire le tossine e le calorie di ciò che ho mangiato vado a correre o altro, continuerò a consumare e a sentirmi sempre più stanco.

In questo senso la cucina vegetariana e/o vegana consapevole aiuta molto a non appesantirsi e a “uscire indenni” dal periodo natalizio.

La riprova di quanto scrivo ce l’ho avuta ancora una volta ieri dopo il pranzo di Natale in famiglia fatto presso un agriturismo che offre anche una linea a base vegetale e integrale. Chi tra i miei parenti ha scelto il menù “cruelity free” alla fine ha commentato con sorpresa  la notevole sensazione di leggerezza e assenza di stanchezza post prandiale.

E allora perché non provare per il cenone di Capodanno a fare un’esperienza diversa?

Esistono tantissime ricette vegetariane e vegane on line che possono ispirare a vivere questa esperienza, così come esistono sempre più ristoranti che propongono pietanze a base vegetale.

Chi è pronto per mettersi alla prova?

 

 

Giovanni Castellani
Autore dell'articolo: (Giovanni Castellani)
Laureato in Scienze Motorie, iscritto all’albo Nazionale dei Chinesiologi, dal 2007 sono titolare dello Studio di Ginnastica Posturale a Cernusco S/N, dove svolgo l’attività di educatore posturale e motorio. Nel 2013 ho conseguito una specializzazione in Nutrizione e Dietetica, grazie alla quale opero come educatore alimentare. “Benessere Posturale Integrale” è il Sistema che ho ideato che combina l’esperienza e le competenze acquisite nel corso degli anni, al fine di operare per il benessere della persona a 360°, sia per privati che per aziende.