
“Il respiro è vita!“… se si respira bene, mi sento di aggiungere, altrimenti il respiro può essere fonte di disturbi a carico dell’organismo.
Basti pensare che un uomo, mediamente, compie dai 17.000 ai 23.000 atti respiratori in un giorno. Una respirazione alterata comporterebbe il ripetersi di un errore per circa 20.000 volte al giorno per tutta una vita, lasciando inevitabilmente una traccia nello stato di salute. Per maggior chiarezza, è d’aiuto analizzare perché e come respiriamo, e in che modo si può originare un disagio attraverso la respirazione.
Respirare è vitale per l’uomo e per ogni essere vivente sulla Terra, perché attraverso il respiro ci si procura l’ossigeno, importante molecola (presente nell’aria che respiriamo) prodotta dalle piante durante la fotosintesi. Senza ossigeno non potrebbero avvenire importanti processi cellulari di produzione di energia utile alla sopravvivenza.
Ma questo è solo un aspetto della respirazione, quello energetico, sicuramente il più importante. Tuttavia in questo articolo voglio soffermarmi sul suo aspetto meccanico, capace di generare disturbi di salute inimmaginabili a tutto l’organismo. In questa sede analizzeremo quelli a carico del collo e delle spalle.
Il respiro è un processo attivo, ovvero avviene grazie all’azione del muscolo diaframma che, contraendosi, si abbassa creando una depressione interna polmonare, che si riequilibra attraverso ingresso d’aria nei polmoni dall’ambiente esterno.
La successiva espirazione è sostanzialmente un processo passivo che avviene per effetto del rilassamento del diaframma, che viene sospinto verso l’alto dalla forza elastica accumulata, e favorisce lo svuotamento dei polmoni.
In condizione di riposo la respirazione dovrebbe essere solo diaframmatica; per intenderci basterebbe osservare un bambino appena nato e noteremmo che nell’inspirazione gonfia l’addome e non il torace. Se fosse sempre così dalla nascita fino all’ultimo dei nostri giorni, non ci sarebbero problemi da analizzare.
Ma il diaframma, come tutti gli altri muscoli, nel corso della vita perde elasticità, le sue fibre diventano rigide per via di fattori legati soprattutto all’emotività e allo stress. Ciò lo porta in una condizione di ipofunzione, ovvero di ridotta capacità di soddisfare le esigenze energetiche di ossigeno a riposo.
Poiché respirare è vitale, per sopperire a questa defaillance, l’organismo ricorre all’utilizzo del sistema di respirazione accessorio, costituito da muscoli localizzati tutti nell’area del collo e delle spalle; eccone l’elenco dei principali:
- scaleno anteriore, medio e posteriore
- sternocleidomastoideo
- succlavio
- sacro-spinale
- piccolo e grande pettorale
- grande dorsale
- grande dentato
- trapezio superiore
- elevatore della scapola
Questi sono tutti muscoli che, in quanto accessori, all’occorrenza sono in grado di corroborare l’azione respiratoria del diaframma, per esempio quando si compiono sforzi come il salire le scale, camminare a passo sostenuto, correre, giocare, sollevare pesi, ecc… In queste circostanze la richiesta energetica per compiere lavoro aumenta e di pari passo cresce la necessità di inspirare ossigeno per attivare i processi di estrazione energetica utili a sostenere l’attività. La sola azione del diaframma non sarebbe in grado di soddisfare questa esigenza, pertanto entrano in azione i muscoli accessori alla respirazione che espandono al massimo la cassa toracica permettendo d’inspirare maggiori quantità d’aria. Terminato lo sforzo tutto dovrebbe tornare alla normalità: il diaframma che riprende a gestire in autonomia la respirazione a riposo e i muscoli accessori che si rilassano pronti a entrare in azione per le loro principali funzioni (muovere il collo, le spalle, il tronco, ecc…).
Senza stare ad analizzare l’azione meccanica di questi muscoli, per capire se si sta respirando correttamente o meno, è sufficiente osservare una persona che respira in condizione di riposo: se sono evidenti solo movimenti di espansione e sgonfiamento dell’addome (esattamente come nei bambini appena nati), si ha certezza che sta respirando in modo corretto. Se invece sono evidenti movimenti verso l’alto e il basso delle spalle, anche lievi, significa che il meccanismo di respirazione accessoria è in atto. Respirare a riposo come se si fosse sotto sforzo non è fisiologico e questo conduce inevitabilmente a un irrigidimento progressivo dei muscoli del collo e delle spalle (ricordate il dato espresso all’inizio: circa 20.000 atti respiratori al giorno, tutti i giorni!), che ne riduce la mobilità.
Esiste un significativo aforisma in merito che dice: “Non c’è buona libertà del collo e delle spalle se non c’è libertà del diaframma!”
I primi segnali di sofferenza sono appunto un senso di rigidità locale, di pesantezza, una ridotta escursione di movimenti del collo e delle spalle, desiderio che qualcuno ci faccia un bel massaggio per rimettere tutto a nuovo!
In condizioni più gravi potrebbero verificarsi quadri simili: protrusioni discali a livello cervicale, artrosi, ridotta ossigenazione cerebrale per la compressione generata sulle carotidi da parte dei muscoli rigidi, formicolii alle braccia e alle mani, cervicalgia, brachialgia (dolori alle braccia), ridotta sensibilità delle dita delle mani, capogiri, nausea, difficoltà di concentrazione, spossatezza, ecc…solo per citare alcuni sintomi.
Fortunatamente a tutto c’è rimedio! Rintracciando le origine della rigidità del diaframma e intervenendo con un auto-massaggio, che può essere insegnato da professionisti del settore ed eseguito con facilità, il diaframma recupera la dovuta elasticità riprendendo la propria funzione senza bisogno di “aiuti” nel processo respiratorio. Nel giro di breve, generalmente, questo è sufficiente per recuperare una corretta respirazione e percepire da subito un senso di sollievo a livello del collo, delle spalle e globalmente di tutto il corpo. Nei casi più ostici, all’azione di auto-massaggio va aggiunta un’azione di rieducazione respiratoria e di rilassamento dei muscoli del collo e delle spalle.
Se ti sei riconosciuto nei contenuti di questo articolo, il suggerimento è di non aspettare troppo per porre rimedio, il respiro non conosce pause!
Presso il mio studio propongo percorsi individuali e collettivi (nel week end) di educazione respiratoria per imparare a diventare autonomi in questo processo di auto guarigione.
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Bravo Gio!
Grazie Anna!
Se hai tempo e voglia al corso del 22-23 di marzo a Cernusco si affronterà in profondità il tema della respirazione.
Buonasera,questo è proprio il mio problema,potrei avere un indirizzo su Roma.Grazie
Su Roma non ho contatti che fanno il mio lavoro; conosco un chiropratico rinomato ma non garantisco che possa affrontare la sua problematica seguendo le logiche illustrate nel mio post.
Se interessata sono in grado anche di fare consulenze via Skype, diversamente vedo di procurarmi il contatto del chiropratico e farglielo avere.
Cordialità
Giovanni