
Chi di voi può affermare di non aver mai sofferto di dolori di schiena?
Non mi stupirei affatto se nessuno alzasse la mano!
Infatti, l’82% della popolazione mondiale soffre (o ha sofferto almeno una volta) di mal di chiena.
Questo preoccupante risultato emerge da ricerche scientifiche condotte ed elaborate in un recente passato da un medico tedesco, David Nachmansohn, la cui conclusione mette in evidenza il fatto che sul pianeta non ci sia patologia più diffusa.
Quasi una pandemia.
Ma cos’è il dolore?
Il dolore è un intelligente campanello d’allarme che il corpo “fa suonare” per comunicarci che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Per intenderci, è come se la spia dei freni dell’auto si accendesse per segnalarci, appunto,
un’anomalia all’impianto.
In condizioni simili, chiunque di noi si recherebbe al più presto dal meccanico o cercherebbe la prima officina aperta.
Che cosa fa invece un essere umano quando avverte questo campanello d’allarme?
Ci sono tre tipi di atteggiamento tendenzialmente.
Chi sopporta eroicamente il dolore, pensando che come è venuto se ne andrà.
Chi ricorre a vari analgesici o antidolorifici che però si limitano solo a sedare il dolore ma senza intervenire sulla causa.
Chi è stato educato a non lamentarsi per non fare il “piangina” e pertanto ignora il dolore fino a credere che soffrire sia una cosa normale.
In tutti i casi si tratta di atteggiamenti irresponsabili.
Perché?
Prendendosi così scarsa cura di se stessi in realtà si induce il nostro corpo a trovare autonomamente delle soluzioni tampone per ovviare al problema che ci sforziamo di ignorare.
Per innato istinto il corpo umano è in grado di adottare tutta una serie di adattamenti posturali (definiti tecnicamente compensi antalgici) di cui non siamo consapevoli per trovare una soluzione momentanea al dolore.
Ecco allora, per esempio, che per non sentire un fastidioso mal di collo, si tenderà
impercettibilmente a sollevare una spalla, deviando dalla corretta postura e determinando
asimmetrie che potranno a loro volta scatenare un dolore nella parte bassa della schiena o in altre parti del corpo!
Verranno poi innescati continui compensi antalgici per un nuovo disturbo “figlio” del precedente.
In questo processo di adattamento al dolore è coinvolto l’intero apparato muscolare che per mantenere costantemente la posizione “anti-dolore” deve contrarsi e irrigidirsi.
In questo modo, giorno dopo giorno, i muscoli perderanno progressivamente elasticità divenendo retratti, cioè si accorceranno permanentemente.
Le articolazioni, che sono avvolte dai muscoli, per effetto della condizione di rigidità subiranno forti compressioni e modificazioni del loro ideale assetto, portando nel medio e lungo termine a un’inevitabile sofferenza.
Si può fare qualche esempio dei possibili effetti nocivi dei compensi di cui il corpo è capace?
Scoliosi, ipercifosi, iperlordosi, varismo/valgismo delle ginocchia, alluce valgo, ernie del disco e persino l’artrosi, sono solo alcuni esempi di patologie della postura che possono essere favorite, o addirittura direttamente indotte, dall’accorciamento muscolare.
Consigli utili?
Sono fermamente convinto che il più grande ostacolo al mantenimento o raggiungimento di uno stato di salute soddisfacente sia rappresentato dalla non conoscenza di come il dolore si produce nel corso degli anni di vita.
Nelle scuole e nelle varie istituzioni educative non viene fatta la corretta informazione sul
funzionamento del corpo umano e, dato che alla nascita non ci hanno dotato del libretto delle istruzioni, ci affidiamo a ciò che raccontano gli amici, a ciò che sentiamo per televisione, ecc…
Ecco perché da molti anni propongo con grande soddisfazione e ottimi risultati percorsi educativi individuali e di gruppo per insegnare alle persone a sviluppare una diversa consapevolezza del proprio corpo e a comprendere le cause scatenanti i dolori muscolo articolari, per raggiungere una completa autonomia e ritrovare in modo del tutto naturale uno stato di salute eccellente.
Il corpo umano a qualunque età e in qualunque condizione di dolore è capace di “miracolosi” recuperi, si tratta solo di agevolare il processo di autoguarigione che è iscritto nell’organismo.
Per fare ciò è importante prendersi cura responsabilmente della propria salute attraverso regole di vita che aiutano ad allentare le tensioni muscolari e ridurre lo stress del sistema nervoso, e semplici esercizi da compiere al proprio domicilio.
Provare per credere!
Articolo a cura di Giovanni Castellani
Titolare dello Studio di Ginnastica Posturale
Consulente per il benessere fisico globale
Dottore in Scienze Motorie
Educatore motorio e posturale
Chinesiologo Preventivo e Rieducativo – Professionista Certificato F.A.C.
Master in nutrizione e dietetica
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sono figlia di un professore di ginnastica . Da giovane ho praticato molto sport, anche a livello agonistico (pallavolo), ho ora 64 anni, da mio padre ho imparato molte cose che servono per il benessere, ma mi mancano informazioni su quali siano gli errori alimentari che portano alla perdita di elasticità delle fibre muscolari. sto facendo da 3 anni Gyrokinesis, ma mentre vedo che aumenta la flessibilità non mi aumenta l’elasticità nè la forza dei muscoli. Mi può dare qualche indicazione e libri utili da leggere ? Grazie mille 🙂
Buonasera Ornella, grazie per avermi consultato.
L’elasticità muscolare si allena “a tavola” soprattutto con una adeguata idratazione, per cui è importante bere almeno un litro d’acqua naturale fuori pasto al giorno. Il quantitativo deve aumentare qualora non si consumino le giuste dosi di verdura cruda ai pasti e frutta fresca fuori pasto.
Una volta assicurate le esigenze fisiologiche di acqua, vitamine e minerali, è altresì importante evitare o ridurre drasticamente l’assunzione di alimenti altamente proteici (come il latte e derivati, carne, salumi, uova e pesce), quelli raffinati (pane bianco, pasta e riso bianco), quelli conservati (surgelati, dolciumi, inscatolati, ecc…) e le sostanze nervine (tabacco, alcool, caffè, tè, liquirizia, cioccolato), tutte sostanze capaci di condizionare l’elasticità muscolare.
Per un adeguato approfondimento in merito, le suggerisco la lettura del libro “Mangiar sano e naturale” di Michele Riefoli (Macro edizioni).
Resto comunque a disposizione per qualunque altra necessità.
Le auguro un felice inverno
Giovanni