
L’elasticità muscolare è il pre-requisito fondamentale per ogni capacità motoria condizionale, ovvero quelle capacità fisiche che necessitano di essere condizionate, cioè allenate, con costanza per far si che migliorino o si mantengano nel tempo.
Tra queste capacità, annoveriamo le più significative che sono: forza, resistenza, velocità, flessibilità, coordinazione, destrezza, apprendimento motorio, controllo motorio, equilibrio, ecc…
Se alla base manca l’elasticità muscolare, ognuna delle suddette capacità motorie non potrà essere espletata a dovere. Non a caso, con l’avanzare dell’età, se non si è stati educati a mantenere elastica la muscolatura, si diventa meno forti, resistenti, abili, coordinati, veloci, flessibili, ecc…
A ragion veduta, si può considerare l’elasticità muscolare la capacità motoria condizionale di base per ogni altra di quelle elencate.
Con il passare degli anni, si assiste a una sua fisiologica dispersione, sia per mancanza di allenamento, sia per l’impatto dello stress quotidiano di qualunque natura (bio-chimico, emotivo, alimentare, inquinamento, traumi fisici, ecc…). Infatti, lo stress ha un primo impatto diretto sul sistema nervoso e ne determina un incremento del tono di base (livello minimo di tensione nervosa necessaria per l’attivazione muscolare), che da normo-tono si trasforma in iper-tono. In condizioni di ipertonia, i muscoli, a riposo, ricevono sollecitazioni nervose superiori all’ottimale e ne consegue una condizione di contrazione eccessiva. Ciò, oltre a determinare uno stato di accorciamento permanente delle fibre contrattili dei muscoli (senza però che si produca movimento), produce uno consumo energetico eccessivo.
Questa condizione anormale determina, nel medio-lungo periodo, una reazione di irrigidimento del tessuto connettivo (uno speciale tessuto che avvolge i muscoli dalla profondità alla superficie) per soddisfare la legge di economia a cui l’organismo deve rispondere. Dato che mantenere uno stato di contrazione muscolare richiede una certa spesa energetica, quando questa diviene permanente a seguito di stress prolungato, il tessuto connettivo “fissa” in accorciamento le fibre contrattili del muscolo, facendone perdere l’adeguata elasticità.
Il risultato finale è che la minor elasticità di un muscolo corrisponde a una sua diminuita capacità di lavoro (produrre movimento) e questo è il motivo per cui gli anziani riducono via via la capacità di esprimere forza, resistenza, coordinazione, destrezza, equilibrio, velocità, ecc…; proprio perché i muscoli non possono più lavorare in una condizione ottimale di elasticità.
Oltre a uno scadimento delle capacità motorie condizionali, la perdita dell’elasticità muscolare comporta anche una compressione sull’apparato scheletrico: da ciò ne deriva perdita di centimetri in altezza e insorgenza di dolori articolari.
A tal proposito vi suggerisco la lettura dell’articolo “Il dolore: un prezioso alleato per la nostra salute!“
Durante le lezioni individuali e collettive che da diversi anni tengo in tutta Italia, è sempre più frequente sentire testimonianze di persone che, recuperata parte dell’elasticità muscolare dispersa, riescono a riprendere attività che avevano dovuto interrompere, sia per via dei dolori articolari, sia per la condizione di impaccio nei movimenti che sperimentavano per l’eccesso di rigidità muscolare.
Non lasciare che i muscoli ti mettano in gabbia, mantienili elastici e goditi la gioia di vivere in libertà!
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